STEP #28: La sintesi finale

Il "traguardo" ("viewfinder" in inglese, "visor" in spagnolo) è uno strumento costituito da due mire che permettono all'osservatore di allineare lo sguardo a un oggetto, cioè di mirarlo. Questo è, infatti, impiegato per il rilevamento di posizioni o per il puntamento di un'arma.

Questo strumento è utilizzato nei più diversi ambiti, nelle armi da fuoco, negli sport, nei cannocchiali, binocoli, telescopi, nelle macchine fotografiche, negli strumenti topografici e in alcuni meccanismi di puntamento militari.
Il traguardo permette di scegliere e comporre l'inquadratura di un'immagine. I primi apparecchi erano previsti di uno o più mirini a flessione costituiti da un parallelepipedo in legno o metallo con due vetri all'estremità e uno specchio inclinato a 45° posto al centro. Altro tipo di traguardo molto semplice era il mirino ottico galileiano, usato negli anni 30, a visione diretta, era costituito da due lenti poste all'interno di una finestrella.
Il principio di funzionamento dello strumento è molto semplice: la lente frontale cattura la luce proveniente dal soggetto inquadrato e la fa convergere in un punto detto "piano focale". Superato tale punto i raggi cominciano a divergere e l'immagine risulta rovesciata. Questa viene appositamente raddrizzata da due lenti interne dette "erettori". La luce uscente dagli erettori converge in un secondo "piano focale" ed infine entra nell'oculare per mostrare l'immagine all'osservatore.
Uno strumento a traguardo è generalmente composto da un oculare, generalmente in vetro, varie manopole per la regolazione e la messa a fuoco dell'immagine, di metallo o plastica (a seconda della tipologia di strumento), una tacca di mira (se presente) o una diottra, dello stesso materiale della struttura principale dello strumento; ognuno dei materiali utilizzati ha una certa composizione chimica e le conseguenti caratteristiche. Una vista più particolare dei componenti dello strumento è riportata nel post intitolato "anatomia". Inoltre ritroviamo un ampio collegamento ad altri strumento dello stesso genere nel post intitolato "tassonomia".

L'inventore del traguardo di misura fu Jacob Keser nel 1530. Lo strumento era legato al chiodo e aveva il mirino regolabile in modo che l'occhio dell'osservatore venisse sempre a trovarsi sulla linea che univa il chiodo, qualunque fosse la sua distanza, al mirino. La prima bibliografie in cui è riportato è il trattato di Albercht Dürer, "Underweysung der Messung mit dem Zyrckel und Richtscheyt", 1525.
Uno dei primi brevetti risale al 1894, il n° GB190504831A, riguardante un "photographic view finder", ovvero uno dei primi obiettivi per macchina fotografica. Il brevetto n° IT952284B, riguardante i mirini per armi da fuoco con lenti, risalente al 1971. Questo tratta due tipologie di mirino:
- anteriore con lente;
- posteriore con lente.
E' inoltre presente un francobollo raffigurante lo strumento.
Nel 16° sec. Lovanio, nei Paesi Bassi, fu un centro di produzione di strumenti e globi; qui lavorò il cartografo, matematico e costruttore Rainer Gemma Frisius (1508-1555), che ebbe come discepolo anche Gerardus Mercator (1512-1594), abile matematico, cartografo e costruttore di strumenti.

Da come si evince nella parola "tra-guardo", per utilizzare questo strumento bisogna guardare attraverso lo stesso. Per mezzo di questa semplice operazione si può molto facilmente inquadrare l'oggetto che si intende osservare allineando le tacche di mira, se presenti, o centrandolo nella croce al fondo dell'obiettivo.
L'uso del traguardo diventa necessari se si vuole conoscere la distanza dell'oggetto osservato, si deve porre il proprio sguardo in linea con lo strumento e si devono utilizzare i numeri riportati su di esso, che permettono di identificare quando un oggetto dista dall'osservatore.
Per poter essere utilizzato, questo strumento deve rispettare specifiche normative, alcune delle quali sono: ISO 9241-333, 2017 (Fr) "Ergonomie de l'interaction homme-système — Partie 333: Écrans stéréoscopiques utilisant des lunettes", ISO 11421:1997(fr) "Optique et instruments d'optique — Exactitude du mesurage de la fonction de transfert optique (OTF)".

Se si analizza il traguardo da un punto di vista simbologico, si nota che il simbolo che risalta quando si guarda attraverso lo strumento somiglia a una croce celtica. Nell'analisi del simbolo è importante porre attenzione al centro della croce, il punto fisso che tutte le tradizioni sono concordi a designare simbolicamente come il Polo, perché è attorno ad esso che si effettua la rotazione del mondo, rappresentata generalmente dalla ruota. In maniera analoga, anche gli strumenti a traguardo odierni e non considerano il centro di questo simbolo come punto più importante, cioè il punto di interesse dell'osservatore.

Altri utilizzi del traguardo sono nei miti, nei film e nei fumetti e anche nelle pubblicità.


Caro lettore, siamo giunti alla fine del nostro percorso nel mondo dello strumento del "traguardo", spero che la lettura sia stata interessante e coinvolgente.

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