STEP #11: I costruttori
Sino alla fine del 13° sec., la domanda di strumenti fu molto limitata e la loro produzione estremamente ridotta. I pochi studiosi, spesso confinati all’interno di comunità monastiche isolate, cercavano di provvedere personalmente alla loro costruzione o si rivolgevano a un artigiano locale. La situazione cominciò a cambiare soprattutto a partire dalla fine del 14° sec., in seguito al lento sviluppo di una serie di eventi. In particolare, vi fu la nascita in alcune città europee delle prime università e dei primi collegi di studio, l’apparizione di nuove attività sempre meglio definite, quali quella di costruttore o di topografo, il crescente interesse per l’astrologia e di conseguenza per l’astronomia, nonché un espandersi dei traffici e dei commerci. In seguito, lo sviluppo delle tecniche di rilevamento topografico, dell’arte del costruire, della navigazione, del calcolo e della misura richiesero l’adozione di nuovi strumenti la cui fabbricazione contribuì alla nascita e al lento, ma definitivo affermarsi della figura del costruttore come attività indipendente e a tempo pieno.
A cavallo fra il Quattro e il Cinquecento, Jean Fusoris (1365 ca.-1436), ecclesiastico e studioso francese, si distinse nella fabbricazione di strumenti destinati a università o a ricchi committenti, combinando conoscenze teoriche di sapere matematico con l’abilità manuale.
Nel 16° sec. Lovanio, nei Paesi Bassi, fu un altro centro di produzione di strumenti e globi. L’importanza di questi ultimi e delle carte geografiche aumentava costantemente, spinta dalla curiosità per scoperte geografiche, dalle necessità della navigazione, delle esplorazioni e dell’amministrazione del territorio. Qui lavorò il cartografo, matematico e costruttore Rainer Gemma Frisius (1508-1555), che ebbe come discepolo anche Gerardus Mercator (1512-1594), abile matematico, cartografo e costruttore di strumenti fiammingo il cui nome è ancora associato a una proiezione geografica.
La rivoluzione scientifica del 17° sec. fu caratterizzata in particolare dall’affermarsi del metodo sperimentale per la scoperta e lo studio dei fenomeni naturali, dall’impiego sistematico della matematica per la loro interpretazione e dalla nascita e dall’utilizzo di utensili di indagine completamente nuovi. Fra questi, vi furono strumenti scientifici, come telescopi e microscopi, che aumentarono enormemente la capacità di osservazione permettendo di penetrare assai più profondamente nel macro e nel microcosmo.
Verso la metà del 18° sec., quando ormai l’industria degli strumenti londinese aveva una rinomanza internazionale, accanto a costruttori come Short o John Cuff (quest’ultimo costruttore di microscopi) dedicatisi alla produzione di una tipologia ben precisa di strumenti, esistevano grandi officine che, sfruttando una rete di lavoranti e collaboratori esterni, potevano fornire strumenti di ogni tipo.
La divisione delle scale di quadranti, sestanti, teodoliti e altri strumenti, operazione lunga, delicata e tediosa, era effettuata manualmente da operai specializzati. Solo pochi abilissimi costruttori, come Bird, Sisson o George Graham erano in grado di eseguire con successo tali complesse operazioni, che spesso richiedevano mesi di lavoro.
FONTI:
https://www.treccani.it/enciclopedia/gli-strumenti-della-scienza-e-la-loro-produzione_%28Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Tecnica%29/
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